Procede con successo il Piano Banda Ultra Larga del governo per allineare il livello della rete Internet al resto d’Europa. Ecco i numeri principali
Il digital divide o divario digitale, ovvero il distacco nell’avanzamento tecnologico, tra l’Italia e i nostri principali vicini europei è piuttosto ampio sotto diversi aspetti. Su tutto, in particolare, spiccano le differenze di possibilità per l’accesso a Internet, nel Belpaese ancora piuttosto limitato.
Nasce dunque con l’obiettivo di ridurre progressivamente questo distacco, il Piano Banda Ultralarga messo in pratica dal ministero dello Sviluppo economico mediante Infratel. Quest’ultima è una società in house del Mise che agisce per realizzare e integrare infrastrutture capaci di aumentare le opportunità per l’accesso a Internet veloce.
Investimento da 1,7 miliardi
Il Piano Banda Ultralarga, da oltre 1,7 miliardi di euro, coinvolge 12,5 milioni di abitanti e 1 milione di imprese e – spiega il ministero – è uno dei progetti infrastrutturali più ambiziosi e importanti a livello europeo. A oggi sono oltre 1300 i cantieri Infratel già aperti coi bandi del governo per spingere il Paese verso la rete super veloce.
Tutti i principali operatori hanno già aderito e sono stati censiti oltre 200 milioni di oggetti infrastrutturali tra cavidotti, tralicci e pali. La prossima fase vedrà una copertura capillare del territorio anche tramite l’acquisizione delle reti gestite direttamente dai comuni e dalla pubblica amministrazione, completando interamente la mappatura delle infrastrutture del territorio nazionale.
7 milioni di persone già coinvolte, si va verso il raddoppio
La prima gara coinvolge 3 mila 43 comuni, circa 4,6 milioni di unità immobiliari e oltre 7 milioni di cittadini nelle Regioni di Abruzzo, Molise, Emilia Romagna, Lombardia, Toscana e Veneto. La seconda gara interessa circa 3 mila 710 comuni italiani, con 3,1 milioni di unità immobiliari e 6,8 milioni di cittadini in Basilicata, Campania, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Marche, Piemonte, Provincia Autonoma di Trento, Sicilia, Umbria e Valle d’Aosta.
Nel corso del 2019 è prevista l’apertura di circa 2 mila nuovi cantieri e il collaudo di oltre 500, dove saranno attivati i servizi ai cittadini, alle istituzioni e alle imprese. Il completamento del piano di aperture – con l’avvio dei rimanenti Comuni – è previsto per il 2020.